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martedì 7 maggio 2013

Quando le favole non sono a lieto fine

Quando ti raccontano le favole da bambina, ti raccontano sempre il lieto fine... mai l'alternativa brutta... quindi da bambina t'immagini il tuo futuro roseo e pieno di sole cose belle.
Inizi poi a crescere e a renderti conto che il tuo futuro non è poi così roseo... che il principe non è così azzurro, che i ranocchi non si trasformano in principi se li baci e che esistono più streghe cattive e orchi che principi e principesse. E questa è la triste realtà.
Un'altra cosa che ti raccontano solo in chiave positiva è la gravidanza. Immagini te stessa col pancione che cresce mese dopo mese, senza nausee, senza mal di schiena, con piena facoltà del tuo senso olfattivo... tutti che si preoccupano per te e tutti che si prendono cura di te.
Perchè nessuno ti parla mai di statistiche?
Esatto, statistiche. Quelle che trovi ovunque e che recitano "il 30% di ogni gravidanza finisce con un aborto spontaneo"... Il 30% ovvero 3 su 10. Non è una cosa che ha a che fare con le favole, vero? Non si può raccontare una cosa del genere.... xkè poi dovrebbe succedere proprio a te? Ne senti parlare spesso, conosci amiche a cui è successo, cugine, parenti, amiche delle amiche... ma a te non può succedere... del resto nessuno ti ha mai detto che anche tu hai le stesse probabilità. Che potresti essere una delle 3 su 10.
Non pensi mai che ti possa succedere.... finchè non ti succede.
E proprio li, proprio in quel momento inizi ad odiare le favole... sei costretta ad aprire gli occhi improvvisamente dopo anni di buio e la luce è talmente forte che gli occhi sanguinano.
E' la stessa sensazione che si prova quando a un'ecografia di controllo ti dicono che "il feto non è vitale".
Shock. Stupore. Incredulità. Realizzazione. Dolore... tanto dolore. Il cuore si ferma per una manciata di secondi e tu lo senti che non batte più. I polmoni cercano aria che non riesci ad inspirare.
E' proprio in quel momento, in quei pochi attimi in cui il cuore si ferma che poi diventa duro come la pietra e a mano a mano si sgretola.
Tutto perde senso, tutto diventa una cosa che non ti interessa. E così rimarrà per molti mesi, forse anni.
E non ci saranno psicologhe o gente che cerca inutilmente di tirarti su con frasi stupide, inutili e superficiali a dare un senso alla tua vita. Non ci sono figli che sostituiscono il figlio che hai perso (da qui "eh dai sei giovane, ne farai un altro"... ma fottiti!), qui non esiste il "chiodo scaccia chiodo"... qui esiste solo quello che hai perso, esiste solo il dolore che si prova, esistono solo i ricordi del futuro che avevi immaginato e i brutti ricordi di quello che chiamano "aborto terapeutico"... mi piacerebbe sapere qual'è la terapia in questo caso.
Esisti solo tu e il grande vuoto che ti rimane.Esisti solo tu che ora odi le favole, esisti solo tu e le persone che ti devi sorbire con i loro "eh sai ti capisco"... no, non puoi capire se non ci sei passata. Neanche in quanto mamma. Esisti solo tu e tutte le cazzate che ti senti propinare e che non riesci più a sentire.
Esisti solo tu che ti riprometti che se avrai la fortuna di avere un altro figlio/a cercherai di raccontargli meno favole e più realtà... proprio perchè sia pronto anche al peggio.
Nessuno vi racconta mai che non sempre c'è il lieto fine... vero? A me non l'hanno raccontato.