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sabato 23 novembre 2013

E se facessi la pasticcera?

Avendo un marito goloso ho dovuto imparare a fare dolci. Dice che ho talento pur non avendo una passione vera e propria per la cucina... però non mi è venuta male... no?
Ho ricevuto un bel 9 per il gusto! ��

Get up all night to get lucky

Che sono una persona incostante lo si era capito già da mo, che il titolo non c'entri un emerito cactus col post lo capirete leggendo. Ritorno dall'oltretomba dopo più di un anno dalla tragica perdita che ho subìto. Non che ora stia bene ma ho dovuto riprendere a vivere in qualche modo. Sono più incattivita di prima, più delusa e più stronza. Ho fatto un bel pò di largo attorno a me, non voglio davvero gente falsa intorno o maleducata che deve dire per forza tutto quello pensa senza valutare se sia il momento giusto per farlo o se ne valga davvero la pena. Non è bastata la soffernza, queste persone hanno dovuto rincarare la dose ed è per questo che ho deciso di allontanarle. 
Scelta irrevocabile. 
Credo nella giustizia divina quindi... attendo.

Ho preso una nuova strada, conosciuto nuove persone e piano sto riemergendo. Come diceva un link di facebook "il problema non è imparare a ballare sotto la pioggia ma riemergere dalla merda"... un pò crudo ma veritiero. 
Diciamo che la novità mi è servita e sono riemersa un pò grazie a questo. Sono tornata tra i banchi di scuola... di nuovo... ma stavolta niente serali, niente diplomi che alla fine non servono a nulla, stavolta investiamo sul futuro. Ho iniziato davvero contro voglia, non volevo assolutamente farlo e la decisione di iscrivermi è stata presa in un momento di "euforia" (mai fare promesse quando sei felice e mai prendere decisioni quando sei triste). Ho pregato fino all'ultimo che il corso non partisse, sono sincera e c'erano tutti i presupposti che non partisse infatti.... ma poi invece, per fortuna, è partito. 
Ho iniziato ad andare con lo stesso entusiasmo con cui andrei a fare una colonscopia (e io ho già avuto il "piacere") ma poi pian piano mi sono riabituata ad uscire di casa, a fare cose, a vedere gente e a interagire di nuovo e dopo un mese sono davvero felice che il corso sia partito... anzi... ora stare a casa è una rottura!
Ho trovato la mia strada, finalmente.... all'alba dei miei 33 anni posso dire che finalmente so cosa voglio fare e ho le idee ben chiare. Questa è la strada giusta, questo è quello che mi piace e che voglio fare... ora devo solo scongiurare che tutto fili liscio perchè si sa che la storia della mia vita è ricominciare da capo.
Da quando ho compiuto 14 anni ho intrapreso strade molto diverse tra di loro, tutte andate a finire male per una cosa o per un'altra. Ho cambiato così tanti studi e lavori che manco mi ricordo più con precisione cos'ho fatto e per quanto tempo. Tutta esperienza dicono... io l'avrei catalogata sotto "sfiga" ma vabbè... punti di vista! In realtà partivo sempre bene e con buoni propositi ma incappavo sempre nella gente di merda che per una cosa o per un'altra mi faceva sempre desistere... bè, alcune cose le ho mollate per motivi di salute ma li mica ci posso fare nulla.

Però adesso sono arrivata... fanculo il diploma di ragioneria, non mi serve. Fare l'impiegata è un lavoro frustrante e ripetitivo. Tante ragazze scelgono di fare le segretarie perchè pensano sia un lavoro "meno faticoso" rispetto agli altri, io ero una di quelle e sono sincera... non mi è mai piaciuto farla! Io odio fare i conti, di economia ci capisco poco e lavoravo per "memoria"... cioè sapevo che un conto in prima nota andava a destra o sinistra perchè me lo ricordavo ma non perchè realmente sapessi il motivo per il quale prendeva una determinata posizione. Che lavoro noiso e ripetitivo, senza nessuno sbocco, senza nessuna emozione.... oh mio dio! Penso mi tornerà utile tra qualche anno ma per altri motivi.

Ecco, diciamo che tutto sommato questa è l'unica novità... per il resto... sono sempre qui spiaggiata nello stesso spazio di divano con il cane che mi dorme rigorosamente spiaccicato vicino a una coscia.... forse perchè mi vuole bene... o forse perchè la sua cuccia è occupata dal cazzone del gatto maschio.
La micia panzona si è appena scomodata dal divano per andare in lettiera... o a mangiare non ho ben capito... queste sono le uniche due cose che la fanno alzare quindi andiamo per esclusione.
Sono quasi le 20.30 e dobbiamo ancora cenare... se passa un'altra mezzora io nn mangio più... digestione troppo lenta per permettermi certi orari.
Per alcuni aspetti invece sono tornata indietro... il ginecologo (nuovo) mi ha prescritto gli integratori (vecchi)... spero almeno che quella sbobba dal dubbio gusto di arancia serva a qualcosa in quanto due anni fa fu un flop assoluto.
Non dico niente a riguardo, è meglio. La delusione è davvero troppa.
Tra un pò mi fanno Shreck... questo è uno dei miei meravigliosi sabato sera!


martedì 7 maggio 2013

Quando le favole non sono a lieto fine

Quando ti raccontano le favole da bambina, ti raccontano sempre il lieto fine... mai l'alternativa brutta... quindi da bambina t'immagini il tuo futuro roseo e pieno di sole cose belle.
Inizi poi a crescere e a renderti conto che il tuo futuro non è poi così roseo... che il principe non è così azzurro, che i ranocchi non si trasformano in principi se li baci e che esistono più streghe cattive e orchi che principi e principesse. E questa è la triste realtà.
Un'altra cosa che ti raccontano solo in chiave positiva è la gravidanza. Immagini te stessa col pancione che cresce mese dopo mese, senza nausee, senza mal di schiena, con piena facoltà del tuo senso olfattivo... tutti che si preoccupano per te e tutti che si prendono cura di te.
Perchè nessuno ti parla mai di statistiche?
Esatto, statistiche. Quelle che trovi ovunque e che recitano "il 30% di ogni gravidanza finisce con un aborto spontaneo"... Il 30% ovvero 3 su 10. Non è una cosa che ha a che fare con le favole, vero? Non si può raccontare una cosa del genere.... xkè poi dovrebbe succedere proprio a te? Ne senti parlare spesso, conosci amiche a cui è successo, cugine, parenti, amiche delle amiche... ma a te non può succedere... del resto nessuno ti ha mai detto che anche tu hai le stesse probabilità. Che potresti essere una delle 3 su 10.
Non pensi mai che ti possa succedere.... finchè non ti succede.
E proprio li, proprio in quel momento inizi ad odiare le favole... sei costretta ad aprire gli occhi improvvisamente dopo anni di buio e la luce è talmente forte che gli occhi sanguinano.
E' la stessa sensazione che si prova quando a un'ecografia di controllo ti dicono che "il feto non è vitale".
Shock. Stupore. Incredulità. Realizzazione. Dolore... tanto dolore. Il cuore si ferma per una manciata di secondi e tu lo senti che non batte più. I polmoni cercano aria che non riesci ad inspirare.
E' proprio in quel momento, in quei pochi attimi in cui il cuore si ferma che poi diventa duro come la pietra e a mano a mano si sgretola.
Tutto perde senso, tutto diventa una cosa che non ti interessa. E così rimarrà per molti mesi, forse anni.
E non ci saranno psicologhe o gente che cerca inutilmente di tirarti su con frasi stupide, inutili e superficiali a dare un senso alla tua vita. Non ci sono figli che sostituiscono il figlio che hai perso (da qui "eh dai sei giovane, ne farai un altro"... ma fottiti!), qui non esiste il "chiodo scaccia chiodo"... qui esiste solo quello che hai perso, esiste solo il dolore che si prova, esistono solo i ricordi del futuro che avevi immaginato e i brutti ricordi di quello che chiamano "aborto terapeutico"... mi piacerebbe sapere qual'è la terapia in questo caso.
Esisti solo tu e il grande vuoto che ti rimane.Esisti solo tu che ora odi le favole, esisti solo tu e le persone che ti devi sorbire con i loro "eh sai ti capisco"... no, non puoi capire se non ci sei passata. Neanche in quanto mamma. Esisti solo tu e tutte le cazzate che ti senti propinare e che non riesci più a sentire.
Esisti solo tu che ti riprometti che se avrai la fortuna di avere un altro figlio/a cercherai di raccontargli meno favole e più realtà... proprio perchè sia pronto anche al peggio.
Nessuno vi racconta mai che non sempre c'è il lieto fine... vero? A me non l'hanno raccontato.